Sono reduce di una lunga giornata all'università, che si è conclusa con una gita alla Giunti, un misero bottino e tante nuove aggiunte alla mia infinita lista di libri da leggere. Sono tornata a casa con "La strada biblioteca" di Murakami, di cui mi sconfifera l'idea di prendere anche l'edizione giapponese, anche se il mio portafoglio piange alla sola idea. Attualmente sto leggendo "The Raven Boys" di Maggie Stiefvater e devo ancora capire i miei sentimenti al riguardo.
Intanto, come prima recensione vi porto Aristotele e Dante scoprono i segreti dell'universo!

Titolo: Aristotele e Dante scoprono i segreti dell'universo
Autore: Benjamin Alire Saenz
Autore: Benjamin Alire Saenz
Editore: Loescher
Anno: 2015
Di solito i romanzi parlano di protagonisti “normali”
che vivono avventure straordinarie. Questo è un romanzo al contrario, che ci
rivela quanto è normale la vita di due ragazzi “speciali”: Aristotele e Dante.
Dall’estate del 1987, nella città di El Paso, in Texas, seguiremo la più
sensazionale delle scoperte umane: la crescita. Dal microcosmo della famiglia –
con le sue regole, i suoi silenzi e le sue rigidità – al ring della scuola,
fino allo sconfinato orizzonte della “vita di fuori”, quella che attende tutti
tra aspettative e paure. Aristotele e Dante scopriranno i segreti dell’universo
dentro se stessi, e finalmente accetteranno di amarsi.
Inauguro il blog con
lo stesso libro con cui ho inaugurato il mio ebook.
Acquistato perché il
solo titolo contiene Dante, Aristotele e l'universo (e chi sono io per dire di
no a Dante), letto tutto d'un fiato e amato perché non si può non amare.
Di solito non mi
piacciono molto gli Young Adult e soprattutto quelli che nell'edizione italiana
vengono riproposti come romanzi di formazione. Sarà un po' per semplice rifiuto
del fatto che gli venga dato proprio quel nome, un po' per uno strano mio antagonismo
nei confronti del bildungsroman tedesco e compagnia bella. Brutti ricordi
legati al liceo? Forse.
Ma questo libro!
Questo libro mi ha fatto ricredere! Leggerlo è stato come sentire mio padre
darmi una cinquina e cordialmente suggerirmi di pensare alle cose prima di
aprir bocca (che non è un avvenimento così remoto e solitario nel tempo come
l'uso di questa similitudine potrebbe far pensare). Potrei addirittura sentirmi
motivata a dare una seconda chance a Stendhal e sarebbe tutto merito del caro
signor Benjamin. Forse.
Ma passiamo ai fatti.
L'autore è il già
citato caro signor Benjamin, che all'anagrafe risponde al nome di Benjamin
Alire Saenz, e questo è uno dei suoi libri più famosi, nonché uno dei due editi
in Italia. Lui, poeta e scrittore americano, è l'uomo dal volto più pacioccone
del mondo (e al tempo stesso spaventosamente simile al mio professore di
lettere delle scuole medie).
Il libro? Beh, il libro è qualcosa che ti trascina
nella sabbia del deserto senza viveri né acqua, ti getta nel pieno della tua
adolescenza e ti lascia lì stordito a chiederti il perché delle cose. Poi
torna, ti guarda come si guarderebbe un vecchio amico, ti prende per mano e te
lo spiega.
La storia è quella
di Aristotele e Dante, che condividono, oltre a una certa crudeltà da parte dei
rispettivi genitori nella scelta del nome del nascituro, una calda estate in
una cittadina al confine tra Messico e Stati Uniti. Lì si conoscono e da quel giorno
sono amici. Aristotele è solitario, pessimista e con tanta rabbia dentro.
Dante, invece, dentro ha il mondo: è l'opposto di Ari, solare e allegro.
La trama si snoda
intorno alle vite dei due, alle loro vicissitudini fisiche e ai loro processi
mentali. Mia madre direbbe che gran parte del libro è composto dalle pippe
mentali dei protagonisti, ma per fortuna questo non è il blog di mia madre.
Quello che compone e
fa di questo libro uno dei miei preferiti è l'approccio psicologico, il
sottobosco di temi che fanno così poco Young Adult e che credo abbiano fatto sì
che la storia di Aristotele e Dante fosse amata un po' da tutti. Tra le righe
si legge la difficoltà dell'ambiente in cui vivono, la violenza, gli effetti
devastanti della guerra sulla salute mentale delle persone. Vi si legge il
degrado, la discriminazione, la delinquenza giovanile, e soprattutto la
difficoltà di venire a patti con se stessi, di accettarsi e essere in grado di
accettare. E quello che mi ha colpito di più, perché non si trova spesso negli
YA, è che non è solo l'adolescente che deve imparare. Di solito l'adulto
detiene la verità e io lettore inveisco contro la stupidità del protagonista.
Qui no. Qui l'autore è stato in grado di far vedere che tutti siamo stupidi a
modo nostro, per un verso o per l'altro. È stato in grado di mostrare come
l'età sia effettivamente solo un numero, che tutti, grandi e piccoli, non smettiamo
mai di imparare, e non dovremmo mai smettere ci cercare di conoscere noi stessi
e gli altri. È stato in grado di presentarti tutti i personaggi con i loro
pregi e difetti, di metterti una mano sulla spalla e dirti: "Guarda, c'è
qualcosa che non va lì?". Ha voluto letteralmente prenderti per mano e
mostrarti il mondo, rendendo facile immedesimarsi in tutti i personaggi e
rendersi conto che tutti avessero qualcosa da apprendere, che tutti potevano
redimersi e cambiare: i genitori di Ari, quelli di Dante, Dante, Ari.
Non vi sto a dire
del fatto che ha vinto più di 20 premi, perché spero di aver reso l'idea della
grandiosità di questo volumetto. Vi sto però a dire che, qualche giorno fa, il
caro signor Benjamin ha annunciato un sequel che potrebbe chiamarsi "Aristotle
and Dante destined to share more summers" e io non vedo l'ora di
abbracciarlo e professargli amore eterno.
Nessun commento:
Posta un commento